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La Liberazione è un valore?
In occasione delle celebrazioni del 25 aprile a Monza hanno parlato il sindaco Michele Faglia, il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Virginio Rognoni e Simone Bartoli, studente della classe terza C del Liceo classico Zucchi, in rappresentanza dei giovani. Ecco il suo intervento.



25 aprile all'Arengario
foto di Fabrizio Radaelli

La Liberazione è un valore?
Lo è ancora, oggi, a più di sessant'anni di distanza da quel 25 Aprile?
E' ancora un valore per noi giovani che, della Resistenza al Fascismo e della Liberazione, sappiamo solo quello che impariamo sui banchi di scuola?

Come ogni evento degno di grande importanza, i pareri sul valore della Liberazione sono discordanti.

Per chi l'ha vissuta, certo, rimane un inestimabile ricordo:
il freddo delle montagne, la tensione, la fretta per non essere scoperti,
la sensazione che la lotta contro il nemico non finisse mai.
Chi non l'ha vissuta, invece, può rievocarla attraverso i filtri di un'ideologia, attraverso interessi politici.
Ma non sono gli interessi politici che devono ricordarci l'importanza di questo evento:
vi è invece, nella lotta di Liberazione, un sentimento, forte quant'altri mai, un sentimento di fratellanza tra gli uomini, come diceva Moni Ovadia nella scorsa celebrazione, uno spirito di vicinanza tra uomini.
Possiamo dunque sentirci di nuovo vicini, grazie all'empatia, un essere spirituale insieme con quegli uomini che combatterono e morirono, pur se così lontani da noi nel tempo, per la liberazione della patria italiana dall'occupazione nazista e dal regime fascista, dalla fame, dalla guerra, dagli incubi dei bombardamenti, dal terrore della morte, delle torture, delle deportazioni.
Dobbiamo imparare dunque ad essere umani, ancor prima di essere portatori di una qualsivoglia ideologia.
E' il sentirci umani che ci fa ritrovare qui, tutti insieme, in questo giorno di festa e di memoria.

Mi rendo conto che, ogni giorno di più, diamo per scontate molte cose che ci sembrano ovvie, banali, definitive, fra cui la libertà: la libertà di pensare e di agire, di trasmettere le proprie idee, la libertà di votare.
A volte questa libertà, quando si manifesta nelle piazze o nelle strade, viene addirittura criminalizzata, additata in modo preoccupante.
Dinnanzi a tutto ciò, io, giovane diciottenne che la Liberazione non l'ha vissuta, ma l'ha trovata e l'ha studiata, vi dico che se la libertà è un valore, lo è ancor di più l'esser coscienti che nulla è dovuto, ma che la democrazia, il rispetto della legalità, del pluralismo delle idee, il valore dell'eguaglianza e il rispetto delle differenze, è frutto di grandi sacrifici, e che tutto questo non sarà saldissimo ed immutabile per sempre, lì, pronto ad essere semplicemente fruito: come noi abbiamo bisogno di tutto questo, così questi valori, sublimi e delicati, hanno bisogno di noi, del nostro ricordo, del nostro essere attivi affinché nessuno osi infangarli, nessuno osi toglierceli.

Perché dimenticare, colpire, ridicolizzare persino, quegli uomini che da padri, con la loro vita e la loro lotta ci hanno trasmesso la possibilità di vivere liberi, sarebbe un delitto ideologico,
in cui essi morirebbero ancora una volta, e noi moriremmo con loro.

Simone Bartoli


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  25 aprile 2006